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"Ci siamo persi la Piedigrotta e non abbiamo ancora il museo di Totò. C'era una volta la canzone napoletana classica e non c'è nulla per ricordare Enrico Caruso. Perfino Masaniello crea ancora disagio. Per non parlare di Achille Lauro, demonizzato più che studiato. Aver negato valore alla napoletanità, averla sacrificata sull'altare della lotta politica e aver sollevato steccati nei confronti di artisti come Gemito, di scrittori come Di Giacomo e addirittura di autori "piccoloborghesi" come De Filippo o "popolari" come De Crescenzo, ha privato Napoli di un patrimonio simbolico condiviso. Il risultato è un vuoto da colmare. Questo libro legge criticamente (ma anche autocriticamente) le teorie sulla napoletanità come vicolo cieco. E con ricordi, aneddoti e riflessioni avanza idee per viverla laicamente come un'opportunità. La Naploitation (Naples+exploitation) è tra queste".